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INWARDNESS

La parola INWARDNESS designa l’interiorità. Ma a differenza di interiority o intimacy, INWARDNESS non indica la nuda individualità di un soggetto, quanto piuttosto un movimento di osservazione della coscienza nell’atto di guardare al Sé.


Più precisamente, si tratta di una nozione forse già lontana da quella psicologica di “coscienza” e si avvicina piuttosto ad una concezione della soggettività vicina alle tradizioni orientali, in particolare alla meditazione vedantica.


Essa traduce il sanscrito adhyatma, l’io super-vedente, segreto e riposto nella profondità del nostro essere. Per certi aspetti, è il Sé che impara a prescindere dall’io, lo lascia andare, così manifestando il paradosso di una individualità che pervade la realtà che ci circonda, senza immedesimarsi con un singolo individuo.

 

Anziché coscienza, è quella facoltà di attenzione che non si identifica con la psyché, ma ne è il presupposto affinché il Sé possa dire “io”.

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